"Quando si è stanchi di tutto, dei volti amici visti troppo spesso e diventati irritanti, dei vicini conosciuti, delle cose familiari e monotone, della propria casa, della propria strada, della propria domestica, del proprio cane, delle immutabili macchie della carta sui muri, della regolarità dei pasti, del sonno, di ogni cosa ripetuta ogni giorno, si va via, si entra in una vita nuova e mutevole. Il viaggio è una specie di porta che vi fa uscire dalla realtà nota, e vi conduce verso un'altra realtà che sembra un sogno. Amo alla follia quelle escursioni in un mondo che si crede di scoprire, gli improvvisi stupori per costumi che non si supponevano affatto, quella costante attenzione, quella gioia degli occhi, quell'allerta incessante del pensiero." (Guy de Maupassant). I testi qui proposti appartengono all'attività giornalistica di Maupassant, molto intensa soprattutto negli anni 1880-1885. Seppure rallentata, continuerà in quelli successivi, più concentrati sulla narrazione. Di essa sono note attorno alle duecentocinquanta "chroniques", di verse confluite nei libri di viaggio o raccolte e sparse in varie edizioni postume.