Da dove viene l'attrazione che la nostra civiltà da sempre prova per le isole? Perché la letteratura, il cinema, l'arte, persino la televisione riportano così spesso in vita il fascino antico di queste entità geografiche che sembrano appartenere a una dimensione estrema e diversa da quella della terraferma? Prigioni, scogli del naufragio, covi dei pirati, luoghi nei quali nascondersi per ritrovare se stessi o per fuggire un destino. Fin da bambini, ci ricorda Gavin Francis, sfiorando con le dita un atlante, gli occhi si soffermano affascinati su queste piccole macchie della mappa, tanto più attraenti quanto più remote e sconosciute. L'isola di Robinson Crusoe, quella del tesoro di Stevenson e altri infiniti esempi popolano in maniera persistente il nostro inconscio collettivo, e con loro l'idea di mappa, di rappresentazione scientifica del mistero, della solitudine e dell'avventura. Attingendo ai ricordi dei viaggi che in trent'anni lo hanno portato dalle isole Faroe all'Egeo, dalle Galapagos alle Andamane, e mescolandoli alla psicologia, alla filosofia e ai grandi viaggi della letteratura e della storia, Gavin Francis si mette sulle tracce di questo mistero, senza alcuna ambizione di risolverlo, quanto piuttosto di celebrarne ancora una volta il fascino senza tempo. Un volume riccamente illustrato da riproduzioni di mappe d'epoca, sulle tracce di uno dei grandi sogni del nostro immaginario collettivo.