Se redigere la Guida di Trento è stato un atto dovuto, essendovi nato, per questa di Bolzano è un atto d'amore, una concessione all'immaginazione, ai sapori di una città rimasta per lo più medioevale: stretti vicoli, guglie che si lanciano verso l'alto - concorrenti silenziose delle dirimpettaie cime dolomitiche -, meandri delle vie, lucernari che illuminano scale che nascono dalla notte per perdersi nel giorno, pianerottoli, portici, slarghi che sembrano corti dei miracoli, incavi e scantinati. Mai come in questa città, nel suo centro storico, il desiderio del perdersi, del girovagare, dell'esercizio dello scoprire date incise, lacerti di affreschi, frammenti di sculture, tracce di storie, è così forte, impulsivo, difficile da tacitare, facile da assecondare. Città trilingue, tedesco, italiano e ladino quest'ultimo si sente sussurrare qui assai raramente -, è un luogo dove ci si sente a casa, dove i nostri pensieri più labirintici ed inconsci trovano la cornice giusta per fluire accompagnati da musiche spumeggianti. Lasciamoci quindi sedurre da questa Bolzano.