Più che interviste, conversazioni di viaggio, avvenute in treno o nella sala d'attesa di una stazione ferroviaria. In queste pagine, De Vita ci consegna semplici ritratti di personalità della cultura e della politica, dell'arte, dello spettacolo e dello sport. Come si intuisce dalle parole dei protagonisti, alcuni di questi dialoghi risalgono a diversi anni fa - riposti in un cassetto, tornano adesso "vivi" su carta - mentre altri sono recentissimi. Singolare che l'autore lasci solo intuire il tempo, come fosse poco importante, perché qui l'unico tempo è quello del viaggio: e l'idea stessa, intima, di viaggio, appare coincidente con quella di "congedo", di lontananza da a se stessi, prima che si prenda o si perda la rotta per luoghi lontani.