Era il 1685 quando Forbin, al seguito del Cavaliere de Chaumont, giunse nel Siam per scambiare doni e stringere accordi commerciali. Al ritorno, nel 1688, le sue rivelazioni sulle condizioni del Paese, oltre a quelle sul poco edificante comportamento dei missionari gesuiti, gli procurarono inimicizie e ostilità negli ambienti aristocratici e religiosi di Versailles. Una conseguenza inevitabile del personale approccio alla narrazione, e dovuta al fatto che, come egli stesso scrive: "io mi sono soprattutto proposto di non scrivere nulla che non sia conforme alla più stretta verità, sia parlando degli avvenimenti ai quali ho partecipato personalmente, sia non evitando di narrare i miei errori. Spero che il lettore mi sarà riconoscente per questa sincerità e che, apprendendo quello che ho fatto di bene, mi perdonerà ciò che può esserci stato di brutto nella storia di un uomo d'arme poco abituato a scrivere e che, senza troppo preoccuparsi di abbellire il testo, deve solo cercare di farsi capire".