Questo libro nasce da dieci anni trascorsi dall'autore nella Groenlandia dell'est. È il racconto di una disperazione corale e sociale, endemica, attraverso il quotidiano di Ole, Elvira, Hans, Michael, Hilda, Gerda e di tanti altri amici e conoscenti. Non è un libro esotico, un canonico reportage d'esplorazione del grande Nord, è piuttosto la ricomposizione di memorie e diari di viaggio scritti in prima persona, di riflessioni, interviste e analisi che cercano di ritrarre un quadro umano, storico e sociale il più possibile neutrale, privo di giudizi morali. Questa è la storia mutevole di una speranza, che a volte assume la forma della sopravvivenza e, altre, quella della resa.