Ed ecco dipanarsi dinanzi agli occhi increduli dei moderni viaggiatori, canyon scavati nei millenni nella viva roccia e cascate alte e fragorose, valle arcadiche vellutate di prati e boschi fitti ed immensi, giungle inestricabili e pinete ed abetine nordiche, alberi millenari e monumentali e pittoreschi monumenti di pietra, altipiani sconfinati e maestose "timpe" di roccia, borghi celati tra le pieghe dei monti come gatti addormentati o artigliati a costoni di monti come rapaci, e poi uomini, donne, epigoni di una civiltà che Corrado Alvaro temette stesse per comparire, come le mummie al contatto con l'aria (dove l'aria era la modernità incombente), ma che invece ancora si conserva se solo si hanno occhi e cuore per cercarla.