Tiziano è un gigante e non è facile raccontarlo. Ma c'è un Tiziano Terzani personalissimo, in molti di noi, che potrebbe essere un peccato non condividere e cercare di tramandare. Tamara Baris ripercorre l'immaginario di un autore da non perdere, oggi più che mai: è saggio custodire la sua lezione, il suo essere sveglio senza sconti, senza soste, in questo mondo divorato dalla fretta, addormentato e schiacciato dall'economia, dalle visioni campanilistiche ed egoistiche. Ripercorrere la sua Asia non è rileggere reportage, articoli sul Giappone, la Cina, il Vietnam: è mettere insieme i pezzi di un puzzle che disegnano un vero e proprio modo d'essere. È la costruzione continua di un io, perennemente in movimento, teso verso l'altro e le sue ragioni: l'Asia se la cuciva addosso, la portava con sé a casa propria, ricercandola tra gli oggetti di mercati e mercanti lontani. Armato della sua Leica, sentiva dentro il giornalismo come una missione, come la sacra e inalienabile ricerca della verità, di quello che cercava e vedeva, dei dettagli che fanno il mondo. Sempre accanto ad Angela, «il palo al quale l'elefante si fa legare con un filo di seta» e a Folco e Saskia: il suo grande amore e la famiglia, gli unici punti fermi di una vita vissuta «guardando i fiori da un cavallo in corsa».