Federico Cinti promette un viaggio nella sua amata città d'infanzia, la sua affezionata Bologna: propone una Bologna nuova, eccentrica, una facciata del suo modo di vivere e vedere la città che incoraggia a nuove considerazioni e consapevolezze. Grazie alla collaborazione con la collega Doriana Russo e la classe di cui è docente al Liceo "Leonardo da Vinci" di Casalecchio, l'autore ci consegna immagini e scorci di una città nuova, che forse stentiamo a riconoscere: i giovani alunni che hanno scattato le foto in primis sono stati colpiti da una più intima conoscenza di un luogo cui guardavano con minor entusiasmo. È proprio questo il motivo per cui l'autore ci offre la sua poesia: l'emozione e il sentimento che ci regalano i panorami quando si aprono di fronte a noi non hanno nulla a che vedere con il metro oggettivo con il quale si misura la realtà sensibile, naturale o architettonica di una qualunque città. Ad accompagnarci dolcemente all'inizio del nostro viaggio è Andrea Mingardi, che ci offre il suo sguardo di bambino rivolto alla Bologna del 1947: una città dilaniata dai segni di una guerra ormai finita che lentamente trova il modo di lasciare spazio alla nuova vita.