E da tutto questo, per chi guarda dal fondo delle valli, che colore risulta? È bianco? giallo? grigio? madreperla? È color cenere? È riflesso d'argento? È il pallore dei morti? È l'incarnato delle rose? Sono pietre o sono nuvole? Sono vere o è un sogno? Queste parole scritte da Dino Buzzati nel 1956 esprimono l'essenza più profonda dell'esperienza che si può provare al cospetto delle Pale di San Martino: la sensazione di trovarsi all'interno di una magnifica illusione, in un ambiente naturale a tratti talmente imprevedibile e spettacolare da non essere più classificabile con le normali categorie estetiche. Un gruppo montuoso che può entusiasmare già al primo contatto, anche solo arrivando in auto al tramonto al Passo Rolle, camminando per pochi minuti lungo le facili sterrate della Val Venegia o della Val Canali e che poi "rischia" di attrarre in maniera irresistibile l'escursionista quando si cominciano a scoprire luoghi come il Vallone delle Lede, la Valle di Focobon, il Cimerlo, il piccolo Ghiacciaio della Fradusta o l'Orrido delle Comelle.