Un affare da 30 miliardi, che la politica ha messo nelle mani dei boiardi delle ferrovie, attribuendo loro pieni poteri. In tal modo la tecnica diviene il decisore di prima e ultima istanza, inventando un progetto che spettava allo Stato di autorizzare approvare e controllare, prima durante e dopo. E il proponente diventa progettista, committente, appaltante e, infine, Commissario di Governo, incurante del flagrante conflitto d'interessi.Per un'opera inutile e perdippiù dannosa: 160 km di gallerie e milioni e milioni di metri cubi di rocce e inerti da scavare, sventrando Parchi Nazionali, Riserve naturalistiche anche di rango internazionale e decine di siti d'interesse comunitario. Con il Mezzogiorno che rimane povero, diventando brutto. Presentazione di Giuseppe Cederna. Prefazione di Mario Tozzi. Postfazione di Andrea Satta.