Il 10 marzo 1971, in un borgo situato sulla sponda svizzera del Lago Maggiore, una bambina miope ossessionata dall'origine delle cose evoca l'aiuto di una tigre. Il felino, dalla cima di un abete di una Siberia deforestata, ascolta il suo richiamo e si materializza. In un susseguirsi di viaggi nel tempo e nello spazio, la tigre insegna alla bambina a onorare la natura e la avvicina ai suoi antenati. Lacera il velo dietro cui si nascondono falsità, opportunismo e dolorosi segreti di famiglia guidandola attraverso una serie di incontri: nonno Pietro che finge di morire per verificare che le sue ultime disposizioni vengano rispettate; Khan, l'uomo-donna detentore di tutti gli alfabeti; un bastone che abbaia e una pietra caduta dal cielo che al cielo deve fare ritorno. Epifanie volte a incarnare una febbre nostalgica, simbolo del desiderio di conoscenza che serpeggia lungo l'intero romanzo. "Gli artigli di Dio" è un racconto picaresco, una fiaba misterica per adulti ordita immaginificamente come un'opera alchemica. Wanda Luban percorre una strada a ritroso nella storia delle religioni fino al loro principio: lo sciamanesimo.