Giorgio Romani è un ex-manager in pensione che dirige la sede locale di un'associazione umanitaria. Un cittadino modello. Finché una serie di tragiche vicende personali, aventi come protagonisti dei cacciatori, non finirà per trasformare un'istintiva avversione per la caccia in una feroce guerra contro tutti i suoi adepti diventando l'incubo delle loro domeniche. Il Cacciatore di cacciatori. Romani vuole anche rivitalizzare un movimento animalista un po' ammaccato, sensibilizzare nuove fasce di cittadini, far partire una serie di iniziative contro la caccia. La vicenda che si svolge nell'arco di tre anni, dal 2011 al 2014, è ambientata a Pordenone e sulle sue montagne, ma poi si sposta, in un crescendo di sanguinosi delitti, nella Maremma e sull'Appennino tosco-emiliano, per terminare la sua folle corsa in Africa. A dare la caccia al Cacciatore è una giovane ispettrice di polizia con trascorsi di animalista militante, Armelie Bernardi, al primo caso di omicidio della sua carriera. Un interessante escamotage letterario, che mira a coinvolgere il lettore, le regole di ingaggio sono dichiarate dalla prima pagina. Così, anziché giocare a nascondino, seminare indizi e sfidare il lettore a scoprire il colpevole, il colpevole narra in prima persona le sue vicende.