È il 1935. Le potenze europee si inchinano ai furori hitleriani. Nella Confederazione Elvetica, in un iter esplosivo, il giornalista Berthold Jacob, apolide ebreo di passaggio a Basilea sul Reno, splendida città internazionale di arte, cultura e manufatti, viene rapito e tradotto in Germania. Jacob non è nemmeno cittadino elvetico, ma la piccola Svizzera osa pretendere giustizia. Su questi fatti storici, l'autore innesta un'opera di fantasia in cui il commissario Pinon, uomo misurato, tra pause familiari, dilemmi educativi e qualche boccone amaro, indaga sull'intricata vicenda. Gli sviluppi sorprendono e appaiono comparse e politici eminenti nello scontro tra prepotenza nazista e dignità svizzera.