Fin dagli albori della navigazione due sono le domande fondamentali dell'arte marinara. Dove siamo? Quale rotta dobbiamo seguire? Nell'antichità l'uomo affrontava il mare senza bussola né sestante; affidandosi al proprio istinto e alla propria esperienza, si navigava lungo le coste del Mediterraneo e si traversavano anche immensi e sconosciuti oceani. L'incertezza sulla propria posizione rimase una costante dei viaggi in mare per secoli, l'osservazione degli astri forniva indicazioni molto approssimative e nemmeno l'invenzione della bussola apportò grande beneficio. Gli strumenti per l'osservazione celeste andarono via via affinandosi in concomitanza ai grandi viaggi di esplorazione del globo su rotte mai battute, verso terre mai nemmeno immaginate. Nell'epoca moderna, con l'invenzione del sestante e successivamente del cronometro marino, l'uomo trovò finalmente risposta alle sue domande e dopo una lunga epopea venne svelato anche l'enigma del calcolo della longitudine. Oggi l'avvento dell'elettronica e dei sistemi satellitari ha liberato il calcolo del punto nave da qualsiasi incertezza, forse a scapito dell'intuito e dell'abilità del navigante.