Eduardo Scarpetta visse nel teatro e per il teatro. Egli scrisse per far ridere a ogni costo, aggirando la mente, saltando a pie' pari le mediazioni del pensiero, assolutamente convinto che solo l'ilarità potesse offrire all'uomo l'occasione, la possibilità e il mezzo per difendersi dalla ripetitività del quotidiano e dai suoi meccanismi che demoliscono i sogni, le aspirazioni, la volontà stessa. Per Scarpetta solo il teatro possiede gli strumenti per costruire un'oasi di evasione, arrivando a forzare imprevedibilmente il ruolo e i limiti della fantasia. Sono qui raccolte quattro delle sue commedie più famose, tutte trasposte al cinema, a partire da Miseria e nobiltà , il suo capolavoro, del quale resta immortale la versione del 1954, diretta da Mario Mattioli, in cui Totò ha il ruolo del protagonista, Felice Sciosciammocca. «Io come madre non potrebbo dare una decisione coincisa! All'infuori di me c'è puranche il padre, che sarebbe il suo genitore, sono certa però che anch'egli quando sentirà questa cosa ne avrà molta giubilazione. La ragazza avesse molta roba da portarle in dote, ma per le troppe disgrazie capitanate al padre, non tiene neanche il corriere. Come la vedete... la scrivete! Nella nostra casa non trovate altro che buone viscere e dissonore!».