Quando Marina Vlady e Vladimir Vysotsky si incontrano è il 1968. Lei, di origine russa ma naturalizzata francese, è un'attrice affermata in Francia e all'estero ed è già al secondo divorzio; lui è attore al teatro Taganka, dove Jurij Ljubimov allestisce spettacoli d'avanguardia. Di notte scrive versi che canta con voce profonda e disperata: una voce che il popolo russo ricorda ancora, a più di quarant'anni anni dalla sua morte. Fra i due è subito colpo di fulmine. Passeranno dodici anni insieme tra figli, sogni e una inesausta creatività. Nella vita di Vladimir c'è però un altro compagno di strada: l'alcool. I fantasmi della dissoluzione sono più forti del coraggio di Marina che, nonostante tutto, continua la sua attività di attrice ed esordisce come scrittrice. Nel 1987, qualche anno dopo la morte di Vysotsky, Marina Vlady pubblica questa emozionante autobiografia: la loro intensa storia d'amore, consumata con ardore, rubata alla vita prima che arrivasse l'inverno più freddo.