Patrice Chéreau si configura come uno dei massimi esponenti del teatro del secondo novecento. Enfant prodige delle scene mondiali dall'età di diciannove anni, alterna instancabilmente l'attività teatrale a quella cinematografica all'interno di un eterogeneo percorso poetico che vede nell'incontro e nella scoperta del drammaturgo Bernard-Marie Koltès uno dei punti più alti della sua carriera. L'analisi di tale collaborazione diventa un exemplum della relazione tra istanze registiche e modalità di composizione drammaturgica finalizzata ad un'unica messa in scena. L'analisi teatrologica viene qui accompagnata da una prospettiva filosofica, tesa ad indagare le possibili relazioni che intercorrono continuamente tra esperienza scenica - ed in generale artistica e cambiamenti storico/culturali del "secolo breve" appena trascorso.