La regia lirica si è da tempo imposta, anche in Italia, come un fattore ineludibile - ma altamente problematico - del teatro d'opera. A fronte di un'offerta costruita su un repertorio sempre più ristretto di titoli del passato, il regista si fa carico di adattare un prodotto culturale spesso vecchio di secoli a codici visivi comprensibili al pubblico contemporaneo, mediandone temi, linguaggio e contenuti. Il saggio inquadra l'evoluzione storica del rapporto tra opera e regia in Italia, dai primi sperimentatori di inizio Novecento alla grande stagione di Luchino Visconti, Giorgio Strehler e Franco Zeffirelli, fino ai contemporanei Romeo Castellucci, Emma Dante e Damiano Michieletto. Il volume si propone come una lettura irrinunciabile per studenti, studiosi o appassionati melomani che vogliano approfondire il lavoro di messinscena operettistico.