Il "secolo lungo", nato dalle speranze della rivoluzione francese e conclusosi con lo scoppio della Grande Guerra, viene riletto, in questo saggio, attraverso le vicende della drammaturgia. L'autore, attraverso un'attenta analisi, evidenzia le tensioni sociali, le innovazioni scientifiche, lo sviluppo delle correnti artistiche, il sorgere dei ''media'' e il diffondersi della moda e dei mezzi di trasporto. Ma soprattutto viene ricostruita la storia del teatro in Occidente, con particolare attenzione all'Italia, attraverso l'evolversi del linguaggio (letterario e musicale) e delle tecniche (recitative ed espressive). Emerge così la passione per il teatro degli ambienti culturali occidentali di quell'epoca che ci hanno trasmesso un'eredità di opere (si pensi a Cechov, Ibsen, Gogol, Belasco, Verdi, Puccini, ecc.) e di modelli interpretativi (Ermete Novelli, Eleonora Duse, Giovanni Emanuel, Sarah Bernhardt) ancor oggi presenti nel panorama artistico occidentale.