Questo volume si occupa dei metodi della rappresentazione teatrale popolare, con particolare riferimento alla rivisitazione delle tecniche della "giullarata" medievale, della commedia dell'arte cinquecentesca e delle "conte" dei "fabulatori" del suo paese, compiuta nelle sue opere da Dario Fo, Premio Nobel per la letteratura nel 1997. L'obiettivo è quello di contribuire al superamento della visione riduttiva che del teatro e della cultura popolare è stata data nei secoli. L'autore si sofferma dettagliatamente sulle tecniche teatrali, ma non sottovaluta, prendendo esempio dallo stesso Fo, la loro funzione ideologica, né le "strategie comunicative" da esse sottese. Approfondisce, inoltre, il concetto di testo come "testo fisico", che va al di là del "testo scritto", il quale trova il proprio completamento nell'apparato gestuale e linguistico di chi lo recita, divenendo, dunque, testo in fieri. Completa lo studio un'analisi storico-filologica del "Contrasto" di Cielo d'Alcamo (oggetto d'attenzione anche da parte di Dario Fo, in apertura del suo Mistero buffo), volta a dimostrare che si tratta di una "giullarata" medievale e non di un testo della letteratura "colta".