Autentico nomade del teatro, Kassim Bayatly ha saputo tramite la sua attività artistica e seminariale mettere in rapporto due mondi, quello del Medio Oriente con quello europeo, spesso distanti, ma in realtà contraddistinti da tratti comuni. In queste pagine l'artista iracheno, con il pretesto di narrare la sua storia, racconta in realtà un costante tentativo di integrazione culturale, in cui il performer assume «un ruolo intermediario, mediante le sue azioni rigeneratrici (narrazione, danza e canto) per costruire un ponte in cui si incontrano (e si compenetrano) l'immaginazione attiva, la memoria e l'immagine delle figure teatrali, per stimolare l'attenzione dell'essere-uomo-spettattore e rievocare la sua immaginazione attiva celata».