Il volume propone quattro inediti percorsi (e una prefazione) sulla presenza di Dante e la sua opera maggiore sulla scena teatrale Occidentale, a partire da una convinzione. Ossia che si tratti di un teatro immaginario, creato da un uomo piegato soprattutto dalle sue incongrue convinzioni politiche, come invocazione di quella democrazia delle anime planetaria che oggi più di ieri è la missione incompiuta dell'umanità. A partire dalla forma del Paradiso che nasce dalla viva contraddizione tra il sogno nefasto di una democrazia cristiana e lo straziato bisogno di un nuovo trasumanar individuale e collettivo. Tale contraddizione conosce qui un esito sorprendente: l'insieme delle partiture - quella ritmico-musicale, quella della luce e dei colori, quella coreografica e infine il sofisticato "montaggio multimediale" tramite il quale sono animati i diversi personaggi - esprime la voce più intima del poeta e al tempo stesso una singolare e vigorosa vox populi. In un virtuale Teatro della Commedía, che culmina nel Paradiso, l'atto poetico diventa la performance di un altro sapere, una fenomenale possibilità di comprendere il proprio fine nell'universo infinito, tra l'alba e il tramonto di una singola vita. L'incessante combattimento finale tra ideologia e poesia si conclude in effetti con una celebrazione della virtù della sconfitta e dell'infamia della vittoria.