La comunicazione è ontologicamente legata all'esistenza: già con il semplice fatto di esistere si comunica con l'altro, ossia con tutto ciò che esiste fuori di noi. Nel volume l'autore analizza con fine introspezione psicologia il tipo di comunicazione più universale e inevitabile: la "contestazione", che ha il suo fondamento nella possibilità di dire o di fare una determinata cosa anche in maniera diversa da quella adottata. Presenta il dialogo, nei suoi due momenti - la parola e l'ascolto, legati tra loro indissolubilmente - come l'unica terapia per cogliere i frammenti di verità racchiusi nelle diverse opinioni e per evitare le facili degenerazioni della contestazione.