I due testi di Lanza del Vasto raccolti in questo volume sono stati scritti al tempo della guerra fredda tra Stati Uniti e URSS. Il primo riguarda l'arma atomica, alla quale si possono associare le armi chimiche e batteriologiche. Il secondo riguarda la guerra. Già allora Lanza del Vasto scriveva che la Bomba non garantisce la pace: trasmette, prima ancora di esplodere, un'onda d'urto che soffoca il buon senso e disintegra la logica. Per la sua stessa potenza, acceca le nostre intelligenze. È una sorta di droga statale. Con forza e chiarezza indicava anche la sola strada possibile: rinunciare come umanità tutta a questa arma atroce. Il tema della guerra è affrontato da un punto di vista preciso: quello della posizione dei cristiani e della Chiesa rispetto alle armi e al loro uso. La Chiesa, pur nata da un messaggio di nonviolenza radicale, ha talvolta mantenuto un rapporto ambiguo con la violenza e la guerra. Nel nome di una "guerra giusta" si è continuato a benedire i cannoni, e i discepoli di Cristo hanno continuato a massacrarsi. È mancata la pratica della nonviolenza attiva, proposta e vissuta da Gandhi come forma di azione politica, attuata in modo non solo personale, ma collettivo. La parola "nonviolenza", che era ancora implicita nei testi del Concilio, è ormai presente nella parola ufficiale della Chiesa. I tempi sono cambiati. L'idea stessa di nonviolenza è diventata, tra i cattolici e per l'insieme dei cristiani, una sorta di evidenza. Questi due testi di Lanza del Vasto affrontano questioni molto difficili con una "disarmante" saggezza che risveglia in noi l'energia del bene. A questo mondo e a noi consegniamo la lettura di queste pagine che indicano come irreversibile la strada della pace, della conciliazione e riconciliazione. Con i contributi di Antonino Drago, Giovanni Mazzillo, Maria Albanese, Enzo Sanfilippo, Frédéric Vermorel. Prefazione di Daniel Vigne.