Questo manuale delinea un profilo storico delle varie pratiche narrative: partendo dai dati raccolti grazie agli studi sul folklore e sui miti, prende in considerazione le narrazioni epiche, il dramma, agiografie, leggende, parabole, cronache, narrazioni odeporiche, favole, fiabe, proverbi, per arrivare alle serie televisive, ai blog, ai videogiochi e ai social network. I dati storici sono costantemente intrecciati a un discorso sulle funzioni e le ragioni della permanenza e del mutare dei diversi tipi di narrazione. Al centro della discorso, l'eccezionale attualità che una riflessione sullo storytelling può avere, in quanto può fornirci elementi preziosi per interpretare e comprendere numerosi aspetti della nostra vita quotidiana. Il volume si rivolge agli studenti dei corsi di laurea umanistici, in particolare Scienze della comunicazione, Scienze della Comunicazione, media e pubblicità, Lettere; Beni culturali, Lingue e letterature straniere. A corredo del testo, un'articolata piattaforma con materiali esercitativi e di supporto. Questa nuova versione tiene conto di tutto ciò che è accaduto negli ultimi anni, ad esempio un processo sempre più interstiziale di globalizzazione e una pressante richiesta di narratives da parte di attori sociali in precedenza silenti e ha l'obiettivo di osservare le narrazioni dal punto di vista quotidiano, letterario, medico, interculturale, transmediale e neurocognitivo per trovare risposte a una serie di urgenti domande. Quando nel mondo raccontiamo di noi stessi, utilizziamo lo stesso kit narrativo? Siamo sicuri che ogni storia, sempre e comunque nel mondo, annoveri un soggetto che narra, uno o più personaggi che agiscono, delle azioni che si collegano tra loro, un inizio, un medium e un epilogo? Gli individui normali, quando raccontano le proprie small stories, ricorrono allo stesso kit narratologico degli scrittori di romanzi, autobiografie e biografie? Ciò che nel mondo anglofono si definisce life-narrative account segue le medesime leggi o diverge a tal punto da rendere le narrazioni prodotte in una parte del mondo incomprensibili per il resto del mondo?