Questo diario di Junio Valerio Borghese fa perno su due momenti. Il primo inquadra quella che rimase sempre una divergenza acuta e di fondo tra Mussolini e Borghese. Il duce vedeva nel comandante della Decima una seria concorrenza alla sua persona, in particolare riguardo al fascino e alla "presa sulle masse e sul partito". In secondo luogo, il principe romano si difende con calore dall'accusa che lui e i suoi uomini siano stati dei criminali di guerra al soldo dei nazisti. La Decima, secondo Borghese, è stata di fatto costretta ad inserirsi in una guerra civile dalla quale avrebbe dovuto restare fuori.