In questo saggio, l'autrice ricostruisce, in un quadro unitario e interdisciplinare, i diversi aspetti del grifo e il lungo viaggio spazio-temporale che esso come simbolo sta ancora compiendo, da millenni, attraverso la Mesopotamia, l'Egitto, la Siria, la Palestina, l'Anatolia, la Grecia, il mondo romano, etrusco e, ancora, quello perugino. In un tessuto concettualmente omogeneo, in effetti, il testo affronta, discipline e prospettive diverse, sottolineando l'interazione che esiste tra il mito, le evidenze archeologiche, storico-letterarie da un lato e l'antropologia, la psicologia e la comunicazione visiva di massa dall'altro. Oltre a far conoscere le origini di un simbolo assai diffuso, questa ricerca - la prima che affronti il mitologema del grifo nel suo complesso, senza pretese di esaustività - vuole anche dimostrare fino a che punto, i meccanismi psicologici e mentali della percezione umana siano soggetti al potere simbolico e quali possano essere gli effetti di esso sulla coscienza collettiva.