A metà degli anni Ottanta una piccola compagnia di laureati in Scienze agrarie e forestali decide di fondare una cooperativa per offrire servizi di creazione e manutenzione di parchi e giardini. Il progetto scaturisce dal desiderio di rinsaldare la loro amicizia e di offrire un lavoro dignitoso ai loro collaboratori. Una serie di incontri li rafforza nell'idea di diventare una cooperativa sociale di tipo B, per procurare lavoro anche a persone svantaggiate, fra cui le persone detenute nel carcere di Padova. Nasce così Giotto, la cooperativa protagonista di questo libro. Nel corso degli anni, Giotto riesce a radicare nel carcere varie linee di lavoro vero e remunerato, fra cui una pasticceria nota oggi in tutta Italia, un call center e l'assemblaggio di vari prodotti, mentre anche le attività sull'esterno si diversificano e si rafforzano. In queste pagine Vera Zamagni racconta come è stato possibile tutto questo, descrivendo gli strumenti utilizzati, il coinvolgimento dei collaboratori (ormai ben più di 500), le ricadute su altre realtà nazionali e internazionali e i progetti per il futuro di questa impresa speciale, capace di coniugare il radicamento locale con l'apertura nazionale e internazionale e di esprimere un management attento all'equilibrio gestionale in funzione della sostenibilità nel tempo della propria missione.