'Il fascismo visto da un solitario' del giornalista napoletano Mario Vinciguerra, composto di sei articoli apparsi in sedi diverse fra il marzo 1921 e il dicembre 1922, fu pubblicato nel 1923 nelle edizioni di Piero Gobetti. L'autore, che voleva offrire un'analisi senza prevenzioni del nuovo fenomeno politico, non riduceva il fascismo all'espressione di interessi agrari e industriali, e sottolineava come in esso confluisse il nuovo proletariato trascurato dai socialisti: quello creato dalla guerra, formato da piccoli borghesi impoveriti, da reduci e disoccupati. In un periodo in cui era difficile fare previsioni sui suoi possibili sviluppi, Vinciguerra si domandava se il fascismo sarebbe stato riassorbito nei compromessi parlamentari e se Mussolini, diventato capo del governo, avrebbe saputo sbarazzarsi della componente rivoluzionaria del suo partito.