La Campagna di Grecia-Albania fu per gli Italiani una delle pagine più tragiche di tutti i tempi, ma la cosa ancor più drammatica e paradossale fu che la decisione di invadere la Grecia fu un capriccio di Mussolini, che reagì indignato all'occupazione tedesca dei pozzi petroliferi di Ploesti. Il duce era convinto di poter condurre la sua "guerra parallela", ma fu semplicemente una follia! I nostri soldati, male equipaggiati, privi di rifornimenti e con armamenti risalenti alla Prima Guerra Mondiale, furono mandati a combattere su un terreno difficilissimo e nella stagione meno indicata e più fredda, oltretutto comandati da Generali che badavano più alla loro carriera che ad organizzare un serio ed efficace intervento. Dopo un'avanzata durata solo pochi giorni, gli Italiani subirono continue controffensive dei Greci che li costrinsero a ritirarsi in territorio albanese dove combatterono per sei lunghi mesi fino al risolutivo intervento nazista che risparmiò loro la completa disfatta. Nonostante le durissime condizioni e le difficoltà di ogni genere, i soldati italiani combatterono eroicamente e, come sempre dimostrarono il loro grande valore. I combattimenti più duri furono sostenuti nel marzo del 1941, quando Mussolini, dopo cinque mesi di guerra, preoccupato unicamente di perdere definitivamente la "faccia" con l'alleato tedesco, che era ormai prossimo ad intervenire, decise di scatenare l'"offensiva di primavera", quella che sarà poi ribattezzata anche come "la battaglia di Mussolini". L'autore, attraverso lunghe ricerche d'archivio e bibliografiche, e grazie alle numerose testimonianze estratte da varie pubblicazioni e alcune inedite, come quelle dei memoriali dell'allora Colonnello Luigi Mondini, Comandante del 63° Reggimento "Cagliari", di un suo Ufficiale, del Caporale degli Alpini Gildo Cavarzan, del Sergente Ermando Del Grande e di altri, fa rivivere, 81 anni dopo, il lungo periodo di durissimi combattimenti, quasi giorno per giorno, facendo parlare gli stessi protagonisti in maniera viva ed avvincente, a volte con dialoghi immaginari e a volte reali perché riportati dai loro racconti.