Nel panorama variegato delle recenti acquisizioni critiche su Giambattista Vico e sulla "querelle des anciens et des modernes", tra fine Seicento e primi del Settecento, si avverte l'esigenza di ridefinire gli statuti della modernità e del classicismo. Il dibattito delle idee, dall'ambiente napoletano con le figure di Galiani, Galanti e Pagano, a quello milanese dell'ultimo Monti, del Tenca, e piemontese del Camerini venne saggiando, nei fondamenti classicistici di una cultura evidentemente proiettata verso il futuro, la fusione di sensismo e preromanticismo, riformismo e soggettivismo, che fecero del Vico l'anello di congiunzione tra il Sud e il Nord.