Il 9 novembre 2019 si compiranno trent'anni dalla "rimozione" del Muro di Berlino e dalla fine del bipolarismo USA/URSS. Il libro di Giuseppe Vacca (con la collaborazione, per l'ultimo capitolo, di Gianluca Fiocco), inquadra l'evento nella storia europea del Novecento, ripercorrendone premesse e sviluppi. Vacca pone al centro della ricostruzione storica la proposta e la iniziativa politica di Michail Gorbaciov, che nei sette anni di permanenza al potere (1985-1991), favorì la riunificazione della Germania e lo scioglimento dell'URSS, sconvolgendo l'ordine mondiale, fondato fino ad allora sul bipolarismo e la deterrenza nucleare. Il disegno del leader sovietico scaturiva da un radicale mutamento di paradigma nel modo di pensare il mondo, come interdipendente, e valido a ispirare un nuovo ordine internazionale, fondabile su relazioni multipolari, pacifiche e collaborative. Il libro propone una interpretazione originale di quel processo storico, che costituisce la trama della narrazione storiografica. L'enfasi sul "nuovo modo di pensare" del leader sovietico risponde a due esigenze fondamentali: prima, quella di richiamare l'eredità politica e morale di Gorbaciov, rimossa in un mondo in cui si verifica il sempre più aspro unilateralismo degli USA, incapace di stabilire un nuovo ordine, e sono tornati a incombere lo scontro permanente, un più sofisticato riarmo militare e lo spettro della guerra nucleare; seconda, quella di individuare le "occasioni mancate" del socialismo europeo e del processo di integrazione europea, che sono alle origini della loro crisi attuale.