La prima metà del IV secolo a.C. è un'età di transizione in Grecia. Non si può comprendere al meglio questa stagione senza concentrarsi su un protagonista, Epaminonda (fine V sec. - 362 a.C.), che sconfisse Sparta sul campo e portò al successo importanti innovazioni tattiche. Epaminonda affascina ancora come modello di guida eclettica che seppe rispondere con moderazione ed equilibrio alle sfide di uno scenario internazionale profondamente mutato. Centrale per Epaminonda fu il Peloponneso. Nella complessità della sua carriera politica risiede il fascino maggiore di questo instancabile uomo delle istituzioni. Epaminonda fu un generale anomalo da più di un punto di vista, dotato di una profonda cultura musicale e di una sensibilità alla filosofia che ribalta anche i pregiudizi contro la sua patria, tacciata spesso come città chiusa all'approfondimento delle scienze. Non sorprende perciò l'attenzione di Epaminonda al peso della propaganda nella rappresentazione degli interventi nel Peloponneso, sempre giustificati come difesa dell'autonomia. L'Epaminonda statista provò a interpretare il policentrismo del suo tempo e a offrire delle risposte, il cui esito non fece in tempo a vedere.