2 agosto 216 a.C., Canne. Disposti in file serrate, i legionari romani vengono surclassati dal genio di Annibale, che infligge, tramite una manovra di accerchiamento passata alla storia, la più dura delle sconfitte di Roma. I sopravvissuti, tacciati di codardia e sospettati di tradimento, furono confinati nelle campagne siciliane, sotto il nome dispregiativo di «Cannensi». 19 ottobre 202 a.C., Zama. Quattordici anni dopo, durante il confronto tra i massimi vertici del genio militare del mondo antico, Annibale e Scipione, l'odio e il violento rancore accumulato dai Cannensi si esprimerà in una resistenza sovrumana, che spiazzerà il geniale Cartaginese e consegnerà la vittoria a Roma. Nel mezzo, un lungo e doloroso esilio, durante il quale i legionari cannensi, discriminati da tutti, matureranno un incontenibile desiderio di riscatto e di vendetta. Coniugando il rigore storico con l'introspezione emotiva, Trizio ci guiderà nelle vicende e nel guazzabuglio di emozioni, rancori, speranze e determinazione di un gruppo di miserabili e disonorati legionari, che recuperarono il loro onore attraverso i colpi precisi e micidiali dei loro gladi. Diventando, per sempre, i bastardi che vinsero Annibale.