Tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento Veneto e Friuli, e soprattutto la provincia di Belluno, furono colpiti da una epidemia di sifilide, oggi ormai dimenticata. Durò per circa 40 anni ma solo dopo tre decenni dalla sua comparsa (e molte centinaia di morti) furono messi in campo i primi interventi pubblici per arginarla, grazie ad un sifilicomio allestito ad Agordo (Belluno) da un medico del posto, Giuseppe Vallenzasca. Il contagio proveniva dai territori ottomani ed era entrato per due vie: dalla Dalmazia verso Venezia e poi la valle Agordina e da Fiume a Falcade (di qui il nome di Falcadina); una terza direttrice interessò direttamente il Friuli. Il libro ricostruisce quelle lontane vicende attraverso i resoconti dell'epoca, le conoscenze e i dibattiti medici (non si conosceva ancora il batterio del "Treponema pallidum"), le terapie, l'ambiente sociale, i "pazienti zero", le modalità del contagio non sempre trasmesso per via sessuale, le strategie pubbliche messe in campo nel Bellunese e a Fiume. Con alcune digressioni nella letteratura.