Sul tema del brigantaggio postunitario gli studiosi si sono da sempre divisi tra coloro che lo considerano un fenomeno "criminale" e quelli che lo ritengono invece un movimento di guerriglia partigiana. L'Autore di questo saggio, anziché dar ragione agli uni o agli altri, ha preferito ricercare e raccontare i fatti nella loro interezza e complessità, con la massima cura ed obiettività possibili, come emergono dai documenti e dai testi che se ne sono occupati. La ricerca, senza trascurare gli aspetti generali del fenomeno, si è concentrata sul Sannio e sui territori limitrofi, una zona centrale, vasta e cruciale perché punto di contatto tra l'ex capitale del Regno, le altre province del Sud e lo Stato della Chiesa, che ospitava il Governo borbonico in esilio. Questo primo volume, dedicato alle zone del Matese e del Taburno, racconta episodi sconosciuti o molto noti, come l'eccidio di Pontelandolfo e Casalduni che sono avvenuti in questi luoghi, dove più intensa e più duratura è stata l'azione del brigantaggio e più dura l'attività repressiva del neonato Stato italiano.