Questo studio colma finalmente una lacuna della storiografia degli ultimi decenni, dedicandosi con precisa passione all'esame complessivo degli scontri tra Roma e l'impero partico nei secoli compresi tra la battaglia di Carre e la caduta degli Arsacidi. Crasso, Antonio, Corbulone, Augusto, Tiberio, Traiano e gli altri protagonisti occidentali sono accostati alle loro controparti in un'analisi che non si limita alla precisa ricostruzione degli scontri militari, ma tratta con ricchezza di particolari anche gli aspetti diplomatici e di intelligence, senza trascurare componenti antropologiche dei due Stati rivali che vanno ben oltre gli stereotipi del dissidio tra Occidente e Oriente. In queste pagine viene raccolta la sfida di cogliere alcune costanti: l'importanza delle informazioni sul terreno di scontro, i limiti strategici delle azioni tese unicamente all'affermazione della superiorità di una parte sull'altra senza prospettive di lungo termine, nonché la debolezza di una politica che delega alla guerra la risoluzione di conflitti altrimenti dirimibili.