Fra le opere più enigmatiche della seconda metà del Quattrocento perugino, le cosiddette Tavolette di san Bernardino non hanno mancato, negli ultimi decenni, di suscitare indagini e ipotesi di lettura iconografica. Alberto Maria Sartore, sulla scorta di nuove ricognizioni documentarie, ne offre una re-interpretazione suggestiva ed eccentrica: i Miracoli di san Bernardino come metafora dell'epopea del "Magnifico" Braccio, figura di spicco dell'ascesa baglionesca nei decenni centrali del XV secolo. Il sesto titolo dei Quaderni della Galleria Nazionale dell'Umbria ci restituisce così un affresco vivo e pulsante della vita quotidiana di Perugia in quegli anni cruciali, facendo salire, come su un palcoscenico, uno a uno, i personaggi delle vicende che legano la casata dei Baglioni ai Montefeltro, agli Sforza, a intellettuali come Niccolò Perotti da Sassoferrato e il cardinale Bessarione, al papa "di turno" e ad altri potenti o eminenti dell'epoca. Una realtà sofisticata ed elegante sul piano culturale quanto complessa e intricata su quello delle manovre politiche, di cui le tavolette costituiscono, se non lo specchio, quanto meno l'ambita proiezione.