"Il libro italiano" di Franco Riva, testo fondamentale sulla cultura tipografica, fu pubblicato nel 1965 da Scheiwiller per i tipi della stamperia Valdonega di Giovanni Mardersteig, e resta tutt'oggi un "saggio storico tecnico" di riferimento. La trattazione si svolge lungo la vicenda otto-novecentesca del libro in Italia, partendo dagli effetti propagati dal supremo canone di Bodoni in età neoclassica, fino alle novità che l'editoria del secondo dopoguerra andava sperimentando per una moderna definizione materiale e visiva dei suoi prodotti. Franco Riva fu autorevole bibliotecario, filologo e raffinato "stampatore domenicale", come egli stesso si definiva. Questa sua eclettica competenza su ogni aspetto del libro gli permette di seguire - e raccontarci - il succedersi delle variazioni "tecniche" che via via si instaurano più o meno felicemente col mutare della società e del gusto. L'occhio di Riva ripercorre le scelte estetiche con cui l'industria culturale aggiusta le forme del libro alla nuova sociologia culturale, tra persistenti classicità bodoniane e improvvisazioni floreali e futuriste, mode più meno transitorie e il difficile imporsi di una disciplina grafica che miri finalmente al necessario e sempre perfettibile punto d'equilibrio fra bellezza e leggibilità della pagina. Il libro è corredato dal ricco apparato iconografico selezionato esemplarmente dallo stesso Riva, e introdotto da un saggio di Alessandro Corubolo.