Un campo di calcio della periferia milanese, coperto di fango in inverno, secco e polveroso d'estate. È qui che si ritrovavano una ventina di ragazzi giovani e meno giovani che pur non conoscendosi non mancavano mai, con qualsiasi condizione meteorologica, all'appuntamento del sabato mattina. Un'ora e mezza a correre dietro un pallone per scaricare la stanchezza e le tensioni della settimana di lavoro. Settimana che allora era ancora fatta di 5 giorni lavorativi. Il sabato era dedicato agli interessi personali e al disbrigo delle incombenze famigliari. Meglio ti fossi ricordato di fare la spesa perché la domenica la città chiudeva i battenti: niente supermercati o centri commerciali. Il giorno di riposo valeva per tutti. Come eravamo descrive un percorso di vita dove le tematiche del lavoro incrociano quelle della quotidianità, degli affetti e delle relazioni ma, anche, dell'impegno politico e sociale. Un lavoro che, nelle intenzioni dell'autore, vorrebbe far comprendere al lettore, soprattutto a quello giovane, che è esistita e, forse, può ancora esistere la possibilità di vivere in un modo e in un mondo diverso dall'attuale.