La saga dei Manfredi, signori di Faenza e di Imola, resta ancora oggi una vicenda memorabile e avventurosa che dal tardo Medioevo fino a tutto il Rinascimento ha attraversato la storia d'Italia facendo parlare di sé, tra gli altri, Dante, Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini. Le donne, i cavalieri, le armi e gli amori; e poi congiure, delitti, assedi, tradimenti, sangue, pestilenze, fasti di corte e matrimoni solenni: la parabola dei Manfredi offre davvero tutti gli ingredienti di una storia a tinte forti. Il teatro della bisecolare vicenda è la Romagna, la provincia che Machiavelli considerava terra incivile, nemica dell'ordine politico. In questo turbolento lembo d'Italia, i Manfredi calcano la scena da protagonisti, intrecciando di volta in volta i loro destini con gli Ordelaffi e i Riario Sforza di Forlì, i Da Polenta di Ravenna, gli Alidosi di Imola, i Malatesta di Rimini e Cesena, infine i Bentivoglio di Bologna e gli Estensi di Ferrara. Dagli splendori e dalle infamie di un Rinascimento minore emerge - accanto ai signori - una galleria di donne straordinarie: Gentile Malatesta, la reggente; Barbara Manfredi, la bella e sventurata moglie di Pino Ordelaffi; Cassandra Pavoni, amante, madre e monaca; l'infida e dannata Francesca Bentivoglio; infine l'eroina Diamante Torelli e la leggendaria Ghilana, quasi a mitigare, all'alba del XVI secolo, gli orrori della storia manfreda.