Fu agli albori della rivoluzione industriale che, sospinti a concentrarsi nelle grandi città da una feroce campagna di espropriazione dei suoli pubblici (le famigerate «recinzioni»), un numero enorme e da allora sempre crescente di uomini e di donne si scoprì «massa»: per i padroni dei nuovi impianti, nient'altro che forza lavoro da utilizzare a basso costo. Costretti a condizioni di vita insostenibili e resi praticamente schiavi delle macchine, gli operai iniziarono immediatamente a organizzarsi per «cambiare lo stato di cose presente». Nasce così la storia del movimento operaio: una secolare epopea di lotta, cultura, politica e azione concreta che, grazie alla matita di Giorgio Pratolongo, rivive su pagine capaci di abbracciare le prime organizzazioni sindacali, l'affermazione del marxismo, le grandi rivolte, dalla Comune di Parigi fino alla Rivoluzione d'Ottobre, le vittorie epocali ma anche le cocenti - eppure mai definitive - sconfitte di chi ha lottato e continua a lottare per la giustizia sociale, l'uguaglianza e la libertà.