II volume racconta la composizione sociale e la formazione culturale dei canonici del capitolo cattedrale di Torino, chiamati a compiti di assistenza del vescovo nella guida e nel disciplinamento dell'ampia diocesi, nella cura pastorale e nell'amministrazione temporale di un consistente complesso patrimoniale. Il prestigio del ruolo e le rendite economiche che ne derivavano suscitarono l'interesse delle famiglie più importanti della città. L'accesso agli stalli capitolari era però anche un'opportunità di studio, in ambiti utili sia alla carriera ecclesiastica che all'esercizio di attività intellettuali come la docenza nella scuola capitolare e presso la facoltà giuridica dello studio torinese: tracce di questi habitus culturali emergono dalle biblioteche personali dei canonici, qui ricostruite attraverso l'analisi di una documentazione in massima parte inedita. Lo studio dei ceti di appartenenza dei canonici ha permesso di cogliere le dinamiche instaurate tra le oligarchie che occuparono i vertici della società cittadina e l'affermazione di nuovi gruppi: gli aspetti peculiari delle strettissime relazioni tra la comunità canonicale e la società urbana trovarono importanti punti di raccordo proprio nella composizione del capitolo e nello scambio, talvolta molto proficuo, di saperi e di uomini di cultura.