Se Pansa è stato un giornalista stimato per la sua onestà, un giornalista 'democratico e di sinistra', se i suoi scritti sulla Resistenza gli hanno procurato persino il riconoscimento di Grande Ufficiale della Repubblica da parte del presidente Ciampi, come è possibile che, per aver completato la verità sul 'biennio fatale 1943-45', si sia trasformato in un falsario o, per i suoi peggiori detrattori, nientemeno che in un fascista?" "Non è storia senza i vinti" nasce dalla volontà di rispondere a questa domanda e dall'esigenza di riproporre quanto accaduto nel dibattito storico-politico in seguito al grande successo dei libri cosiddetti "revisionisti" di Pansa, pubblicando una selezione delle migliori pagine del suo "ciclo dei vinti" e una parte delle recensioni e interviste che ne sono seguite sui maggiori giornali italiani. Riusciamo così a seguire l'accendersi del dibattito sulle "scomode" verità di un giornalista decisamente antifascista, e le reazioni spesso veementi degli ormai ex "compagni" che cercarono di silenziarne la voce. Al tempo stesso, cogliamo la sintonia dei tanti, intellettuali e semplici lettori, che hanno trovato nel coraggio di Pansa la restituzione di un pezzo di memoria fino ad allora negata.