Questo libro propone una nuova prospettiva sulla storia dell'Istria tra il crollo del regime fascista e il dopoguerra con l'uso di inedite fonti jugoslave dagli archivi croati e serbi. Attraverso l'analisi delle dinamiche di instaurazione del potere popolare e delle loro interazioni con una società locale plurilinguistica, l'autrice mette in luce la complessità di una regione di confine, caratterizzata da molteplici, mutevoli e spesso indefinibili forme d'identificazione. Lo sguardo dal basso permette di ricostruire una varietà di relazioni sociali e culturali irriducibili alle categorie nazionali e alle rappresentazioni nazionaliste, nel contesto di definizione dei nuovi confini tra Italia e Jugoslavia nel secondo dopoguerra. Il libro offre, infine, una riflessione critica sull'impatto pubblico di questi temi, analizzando la problematica integrazione dei profughi istriani nell'Italia del dopoguerra e indagando l'intreccio delle loro narrazioni da "esuli" con le più recenti politiche della memoria.