"Gli Stati crociati e i loro vicini" esplora la storia militare del Vicino Oriente medievale, seguendo in un'unica trattazione le linee di frattura dei conflitti che hanno coinvolto questa regione assai contesa. In un'area in cui gli interessi etnici, religiosi, dinastici e commerciali erano spesso in contrasto tra loro, non mancavano i motivi per far scaturire delle guerre. I conflitti in questa regione si sono susseguiti per decenni e hanno visto la partecipazione di molti popoli, tra cui curdi, turchi, armeni, arabi e gli stessi crociati. Nicholas Morton ricrea questo mondo, raccontando in che modo ogni fazione abbia cercato di promuovere le proprie rivendicazioni con ogni mezzo possibile, adattando l'armamentario della guerra per meglio rispondere alle minacce poste dai gruppi rivali. Le strategie impiegate dalle società pastorali della steppa dell'Asia centrale furono contrapposte agli eserciti delle società agricole della cristianità occidentale, di Bisanzio e del mondo islamico, inducendo i comandanti ad adeguare le proprie tattiche in funzione dei movimenti dei nemici. Oggi siamo generalmente portati a pensare a quest'era come a un periodo di conflitto religioso, eppure questa concezione semplifica enormemente la storia di una regione complessa, in cui la violenza poteva scaturire per molteplici ragioni, non necessariamente riconducibili alla religione, e dove le persone di fedi diverse potevano facilmente trovarsi a combattere fianco a fianco per ragioni di puro interesse. Attraverso una narrazione accurata e approfondita, Morton porta il lettore al cuore di questi conflitti e confuta l'idea, comunemente diffusa, che identifica le crociate con la lotta "cristiani contro musulmani".