La storia dei movimenti giovanili neofascisti è fondamentale per comprendere un pezzo di storia italiana del secondo dopoguerra. È il racconto di ragazzi che - avendo conosciuto solamente l'Italia mussoliniana - si sentirono alienati all'interno di una realtà democratica che non avvertirono come loro. Questo spirito di rigenerazione caratterizzerà i successivi anni, nei quali un ruolo fondamentale lo avrà il Movimento Sociale Italiano, che sino al congresso di Fiuggi del 1995, rappresenterà il principale polo identitario della destra sociale. Nelle pagine del libro vengono approfonditi i rapporti che i più giovani ebbero con i dirigenti del partito: da una parte vi fu chi, sprezzante del rifiuto delle istituzioni repubblicane, agì con metodi violenti. Dall'altra vi furono uomini che, consapevoli della nuova realtà, cercarono di inserirsi all'interno del sistema. All'interno del Msi si affrontarono anche due visioni culturali differenti: i ragazzi, suggestionati dagli scritti del filosofo Julius Evola, approdarono a visioni spiritualiste, ben lontane da quelle dei più importanti quadri partitici che si rifecero al corporativismo o al modello della Repubblica Sociale Italiane.