L'impero asburgico fu la potenza europea che più di tutte si trovò a fronteggiare nemici pericolosi contando su ben pochi dei vantaggi che solitamente si trovano alla base degli imperi vittoriosi. I suoi eserciti non erano rinomati per le capacità offensive, le sue finanze erano spesso ridotte e la sua popolazione era frammentata in oltre dodici etnie. Eppure l'Austria sopravvisse agli ottomani, ai russi, a Federico il Grande e a Napoleone. A essere descritta e analizzata in queste pagine è proprio la grande strategia dell'impero asburgico, dalla Guerra di successione spagnola del primo Settecento fino alla sconfitta per mano prussiana nel 1866. Ne emerge un percorso in cui rispetto alla potenza militare prevale la capacità di manipolare il fattore temporale nelle competizioni geopolitiche, attraverso lo sviluppo di un "grande gioco" che condusse nel lungo termine a una benevola egemonia nelle turbolente terre dell'Europa centrale.