Le squadre d'azione mussoliniane, braccio armato dei Fasci di combattimento fondati a Milano il 23 marzo 1919, attraverso l'uso combinato di violenza bruta e iniziativa politica - con la connivenza di settori dell'apparato statale - inflissero un colpo mortale agli avversari, spianando così la strada alla marcia su Roma. Grazie a una meticolosa ricerca d'archivio, Franzinelli ricostruisce in modo documentato e avvincente la cronologia della violenza politica che per quattro anni insanguinò città e paesi di ogni provincia d'Italia, e sancì la vittoria militare delle squadre d'azione. Scontri armati tra fascisti, "sovversivi" (socialisti, comunisti, repubblicani, anarchici) e forze dell'ordine, spedizioni punitive, vendette, agguati, con il loro tragico seguito di devastazioni, ferimenti, omicidi, stragi; di ogni episodio vengono precisati data, luogo, numero e nomi delle vittime - e, spesso, dei carnefici -, in un'indagine retrospettiva istituita per un giudizio che ormai può essere pronunziato solo in sede storica. Su uno sfondo di guerra civile incombente si stagliano le figure dei grandi strateghi del fascismo, in un'unità d'intenti non priva di divergenze, e quelle dei giovani comandanti delle squadre d'azione, che sarebbero presto diventati gerarchi del regime. Le cento schede biografiche che costituiscono la sezione centrale del volume non solo offrono un campionario delle varie anime del movimento "diciannovista", ma illustrano anche l'essenziale apporto culturale fornito dal futurismo marinettiano, il ruolo della componente giovanile e ribellistica, e le differenze della duplice matrice - urbana e agraria - delle camicie nere.